Diritto delle successioni
La trasmissione del proprio patrimonio dopo il decesso oppure il fatto di ereditare un patrimonio sollevano questioni che possono essere piuttosto complesse.
Tra la morte di una persona e il momento in cui i suoi eredi ricevono l’eredità, ci sono diverse fasi per le quali l’intervento di un avvocato è talvolta indispensabile.
I passi successivi alla morte di una persona cara
Quando si perde una persona cara, ci sono alcuni passi da compiere in relazione alla successione.
Il decesso deve essere comunicato all’ufficio dello stato civile o alla polizia che, nel Cantone di Vaud, procederà a informarne il giudice di pace dell’ultimo domicilio del defunto. Si tratta dell’autorità responsabile della devoluzione della successione.
Il giudice di pace informerà gli interessati che sono eredi del defunto. L’erede ha quindi il diritto di rifiutare la successione entro 3 mesi. Può altresì accettarla con beneficio di inventario entro un mese, per assicurarsi che gli attivi siano superiori ai debiti. È altresì possibile richiedere la liquidazione ufficiale del patrimonio entro 3 mesi, a meno che uno degli eredi non l’abbia accettato in via definitiva.
Le controversie possono sorgere già subito dopo il decesso. Può essere necessario richiedere provvedimenti giudiziari per impedire ad un altro erede di prendere possesso dell’eredità, per far nominare un rappresentante degli eredi o un amministratore ufficiale o per altre necessità correlate.
Lo Studio può prestare assistenza con riferimento a eventuali problemi di eredità e alle azioni da compiere dopo un decesso.
Divisione
L’eredità non viene divisa automaticamente. Nessuna autorità giudiziaria o amministrativa si incarica spontaneamente della distribuzione dei beni e dei debiti del defunto.
Ogni erede ha il diritto di richiedere la divisione ereditaria, salvo diverso accordo per sospendere la divisione o mantenere l’indivisione in modo duraturo.
Alla morte di una persona, i suoi eredi sono automaticamente proprietari in comune (gesammte Hand) del suo patrimonio, compresi gli immobili, e diventano anche debitori in solido con riferimento ai debiti del de cuius. Beni e debiti costituiscono la successione.
Qualsiasi decisione relativa alla successione deve essere presa congiuntamente, ossia all’unanimità. Gli eredi hanno la possibilità di nominare un rappresentante o di chiedere al tribunale di nominare un rappresentante per la successione o un amministratore ufficiale. Hanno inoltre la possibilità di conferire una procura a uno degli eredi o a terzi, come un avvocato o un notaio, affinché abbia a rappresentare gli eredi. Ciò sarà particolarmente utile, tra le altre cose, per risolvere un contratto di locazione sull’abitazione del defunto o altri contratti, oppure per dare disposizioni bancarie.
La divisione ereditaria può essere effettuata in modo convenzionale. In mancanza di accordo tra gli eredi, la questione deve essere sottoposta all’autorità giudiziaria competente.
Nel quadro della divisione ereditaria si deve tener conto di eventuali anticipi versati dal defunto a favore dell’uno o dell’altro erede. In linea di principio, questi anticipi possono essere restituiti. In altre parole, vengono conteggiati nel valore del patrimonio esistente al momento del decesso, al fine di garantire la parità di trattamento tra gli eredi, a meno che il defunto non abbia specificamente escluso tale restituzione.
La maggior parte delle persone muore senza aver prima redatto un testamento. In questa eventualità è la legge a stabilire chi eredita e qual è la quota di ciascuno.
Il Codice Civile prevede un cosiddetto grado di parentela. Il primo grado è composto dai discendenti del defunto. In assenza di discendenti, l’eredità viene divisa tra il padre e la madre del defunto. Se sono deceduti, sono i fratelli e le sorelle del defunto a ereditare oppure i loro discendenti, se i fratelli e le sorelle sono premorti. Questo è il secondo grado di parentela. Se non vi sono soggetti con legame di secondo grado di parentela, saranno i nonni e i loro discendenti a ereditare, ossia le zie e gli zii, i cugini del defunto e i relativi discendenti. Questo è il terzo grado di parentela.
Per quanto riguarda il coniuge superstite, è sempre l’erede legittimo. La sua quota legittima dell’eredità varia a seconda degli altri parenti che ereditano.
Quindi, se il coniuge superstite è in concorso con gli eredi del primo grado di parentela (i discendenti del defunto), ha diritto a metà della successione.
Se il coniuge superstite è in concorso con eredi del secondo grado di parentela (per esempio, fratelli e sorelle del defunto), il coniuge superstite ha diritto a tre quarti della successione.
Se non vi sono soggetti con legame di secondo grado di parentela, il coniuge superstite eredita per intero. In altre parole, i nonni e i discendenti dei nonni (zii, zie, cugini del defunto) in questo caso non hanno diritto ad alcuna quota ai sensi della legge sull’eredità.
Per testamento, ciascuno può designare eredi al di fuori della propria famiglia o modificare le suddette quote ereditarie, favorendo un membro della propria famiglia a scapito dell’altro.
Vi sono, tuttavia, dei limiti. Alcuni eredi hanno diritto a una quota minima del patrimonio, nota come “porzione legittima”.
Gli eredi che godono di tale legittima sono il coniuge, i figli del defunto, i loro discendenti se i figli sono premorti. I genitori del defunto sono anch’essi eredi che beneficiano della legittima se il defunto non ha discendenti.
La quota di legittima dipende dagli eredi che sussistono.
Se ci sono solo discendenti, la loro quota di legittima corrisponde a tre quarti della successione.
Se solo i genitori del defunto ereditano, hanno diritto alla metà della successione.
Se l’unico erede è il coniuge del defunto, questi ha diritto alla metà della successione.
Infine, se ereditano sia il coniuge che i discendenti, la quota legittima del coniuge corrisponde a 2/8 della successione. La quota legittima dei discendenti corrisponde a 3/8 della successione.
Per testamento, ciascuno può assegnare la quota disponibile a chi vuole, tenendo conto della legittima destinata agli eredi.
Una volta definite le quote ereditarie di ciascun erede, si tratta di dividere concretamente il patrimonio, dopo aver pagato i debiti della successione.
Per testamento, il defunto può indicare le regole per la divisione. Tuttavia, queste non sono vincolanti. Gli eredi possono pattuire un’altra forma di divisione.
Lo Studio è pronto a offrire consulenze e supporto nell’ambito di una divisione convenzionale o per gestire la divisione ereditaria in via giudiziaria.
Consulenze in materia testamentaria
Chiunque sia capace di intendere e che abbia compiuto 18 anni di età può redigere un testamento.
Non è necessario godere dell’esercizio dei diritti civili. Una persona sotto tutela può redigere un testamento, purché abbia la capacità di intendere.
La volontà del testatore deve essere completamente libera. Non deve essere minacciato o costretto in alcun modo.
Il testamento permette di organizzare la successione, potenzialmente evitando eventuali conflitti tra gli eredi.
Il testamento deve essere preciso e chiaro per evitare malintesi tra gli eredi.
Può andare a beneficio di una persona, ma è importante rispettare le eventuali quote legittime degli eredi interessati.
Un testamento consente di estromettere (diseredare) un erede legittimario se ha commesso un grave reato contro la persona che ha fatto il testamento o uno dei suoi cari, o se è venuto meno al suo dovere nei confronti della propria famiglia ai sensi di legge. La diseredazione è consentita solo in modo molto limitato.
Il testamento consente la creazione di lasciti e la costituzione di una fondazione.
Nel testamento è possibile prevedere regole di divisione, ad esempio assegnando un bene immobile a uno degli eredi.
In questo documento è possibile richiamare gli anticipi di eredità (anticipi sulla successione) già versati a un erede, in modo che possano essere presi in considerazione al momento della divisione ereditaria. Al contrario, si può prevedere che questi anticipi non vengano presi in considerazione al momento della divisione ereditaria (esenzione dal richiamo).
Il testamento può quindi essere molto semplice o, al contrario, regolamentare in dettaglio diversi aspetti della successione.
Lo Studio offre consulenze per la stesura di testamenti.
Liquidazione del regime matrimoniale prima della divisione
Quando un coniuge muore, la divisione dei suoi beni e dei suoi debiti avviene in due fasi. Prima è necessario liquidare il regime matrimoniale, poi si deve procedere alla divisione ereditaria.
La legge assoggetta automaticamente i coniugi al regime matrimoniale cosiddetto della partecipazione agli acquisti. È possibile, in qualsiasi momento, passare a un altro regime matrimoniale firmando un contratto di matrimonio. Gli altri regimi matrimoniali sono la comunione dei beni e la separazione dei beni. Con il contratto di matrimonio è possibile prevedere norme speciali sulla divisione dei beni in caso di liquidazione del regime matrimoniale.
Nel regime della partecipazione agli acquisti, si distinguono due tipi di beni: gli acquisti e i beni propri. Gli acquisti sono costituiti essenzialmente da redditi accumulati durante il matrimonio (redditi da lavoro dipendente o autonomo, redditi da investimenti, ecc.). Tutto ciò che è stato accumulato prima del matrimonio e tutto ciò che è stato ricevuto in dono o in eredità durante il matrimonio è considerato come bene proprio.
Gli acquisti sono ripartiti equamente tra i coniugi, mentre i beni propri vengono mantenuti da ciascun coniuge.
Nella liquidazione del regime matrimoniale si deve tener conto degli acquisti di ogni coniuge, cioè del defunto e del superstite, se la liquidazione deve avvenire dopo il decesso.
In caso di morte del coniuge, i suoi beni propri diventano parte della successione. Gli acquisti, invece, entrano a far parte della successione secondo quanto rimane dopo la liquidazione del regime matrimoniale.
In altre parole, il coniuge superstite può essere favorito già nella fase di liquidazione del regime matrimoniale, prima di riceve la propria quota nella divisione ereditaria.
Lo Studio si adopera per fornire le migliori consulenze sulla liquidazione del regime patrimoniale nell’ambito di una divisione ereditaria.
Controversie legate all’eredità
Le controversie riguardanti un’eredità sono spesso complesse, sia dal punto di vista pratico che legale.
L’intervento di un avvocato può essere utile e lo Studio è a disposizione dei propri clienti per ogni evenienza in questo ambito.
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